SENTENZA CANNABIS GLI EFFETTI SUI POSTI DI LAVORO
SENTENZA “CANNABIS” GLI EFFETTI SUI POSTI DI LAVORO | Le Fonti Legal
La Cassazione ha stabilito che la vendita dei derivati rappresenta un reato, salvo che taliLa Cassazione ha stabilito che la vendita dei derivati rappresenta un reato, salvo che taliprodotti siano privi di efficacia drogante. Ne abbiamo parlato con Mario Fusani, di GF Legal
Articolo di Alessandra Leone su Le Fonti Legal
LE FONTI pubblica l’intervista dell’avvocato Mario Fusani sull’impatto della sentenza della Cassazione (n. 30475 del 10 luglio 2019) in cui viene dichiarato reato la vendita delle inflorescenze di Cannabis Light, mettendo in crisi l´intera filiera con notevoli ripercussioni sull´occupazione.
A dicembre le Sezioni Unite della Cassazione sono tornate ad occuparsi della coltivazione di droghe leggere.
La Corte ha infatti stabilito che non costituisce reato la coltivazione di Cannabis purché in minime quantità e svolta in forma domestica e, quindi, appaia destinata in via esclusiva all’uso personale del coltivatore.Si tornata a parlare di Cannabis ma non da un punto di vista dell’impatto sulle aziende, e quindi sui relativi rapporti di lavoro.
Attendiamo l’evoluzione da questo punto di vista
Na abbiamo parlato ai microfoni di Le Fonti Tv con Mario Fusani di GF Legal.
Riproponiamo l’intervista con l’articolo di Alessandra Leone pubblicata su Le Fonti Legal
Una recente sentenza della Cassazionena recente sentenza della Cassazionesulla cannabis (Cassazione Penale, Sezioni Unite, 10 luglio 2019, n.30475) ha generato un forte impatto mediatico sia per la tematica in question esia per gli effetti che sta avendo su un intero comparto industriale. In particolare, la Suprema Corte ha stabilito che vendere i derivati della cannabis rappresenta un reato, salvo che tali prodotti siano privi di efficacia drogante. In Italia, nell’ultimo periodo, sono proliferati gli esercizi commerciali che distribuiscono prodotti legati alla cannabis per cui questa sentenza, di riflesso, potrebbe avere impatto su decine di migliaia di lavoratori.
Quali sono gli effetti che sta avendo questasentenza sull’occupazione e sulle imprese operanti in questo business?
La più importante conseguenza di questasentenza sulle attività commerciali connesse è che non c’è una norma che stabilisca quando il prodotto ha effetto drogante o meno. Esiste un’unica circolare del Ministerodegli Interni che ha fissato nello 0,5%il limite oltre il quale il prodotto viene ritenutodrogante, ma sappiamo bene che Iecircolari non hanno efficacia normativa. Sulla base della sentenza sono già partiti dei sequestri nonostante ci sia un attuale vuoto normativo, per cui i soggetti che li hanno subiti in alcuni casi hanno anche impugnato questi provvedimenti, così ci sono le prime decisioni dei giudici di primo grado. Il Tribunale del riesame di Genova ha infatti dichiarato (riferendosi alla circolare del 2018) il dissequestro dei prodotti di un’attività commerciale, considerando il principioattivo inferiore allo 0,5 per cento, per cui senza efficacia drogante.
I titolari degli esercizi commerciali stanno facendo quadrato contro gli effetti della sentenza? Quante potrebbero esserele persone coinvolte?
Ci sono due associazioni di produttori ch enon contano ancora molti iscritti: alcuni dati hanno portato a individuare in 15.000 la possibile platea delle persone coinvolte. Il problema di queste strutture è che al momento pare che non ci sìano investimenti massivi tali da avere dei soggetti che possano essere definiti come estremamente rappresentativi: quindi, è in corso un’attività di aggregazione e bisognerà vedere che riscontri potrà ottenere nei riguardi degli enti istituzionali. Sarebbe stato opportuno che la sentenza venisse emessa prima dello sviluppo di questo business.
Quali sono gli strumenti a disposizionedelle imprese per poter far fronte alle esigenze dei lavoratori?
Bisogna fare una distinzione tra gli imprenditori, che sono privi di ammortizzatore sociale, e i dipendenti delle aziende, per i quali sono previsti alcuni ammortizzatori: il primo è il Jobs Act di Renzi che ha esteso a tuttele aziende la possibilità di usufruire per i propri dipendenti della Naspi, che è proporzionata alla durata del rapporto di lavoro. A seconda dei contratti collettivi ci sono poi dei fondi interni di costituzione contrattuale che mediamente riguardano le aziende che hanno più di cinque dipendenti: questo potrebbe interessare le aziende agricole o le aziende di produzione e trasformazione del prodotto. Se superano il totale delle cinque unità, possono accedere ai fondi contrattuali aziendali per il sostegno, ovvero i fondi di integrazione salariale fissa. L’incertezza e l’assenza di un’indicazione normativa di certo non aiutano.
L’incertezza sta anche caratterizzando il mercato del lavoro negli ultimi mesi, ad esempio con il Decreto Dignità. Qual è la sua opinione?
Io sono molto critico verso questi provvedimenti.Ormai siamo arrivati all’esplosione dei problemi derivati dal Decreto Dignità, che avrebbe dovuto comportare l’incremento delle risorse assunte a tempo indeterminato. In realtà sta provocando tutta una serie di risoluzioni di rapporti di lavoro che avrebbero potuto avere una prosecuzione. Cercare di imporre una stabilizzazione quando il mercato non è in grado di assorbirla non è cosa fattibile.