SUL CONVEGNO IN TEMA DI ARBITRATO LAVORO
Il 10 luglio u.s. a Milano presso l’Auditorium del Palazzo del Lavoro di GI Group si è tenuto il convegno sulle Prospettive e positività dell’arbitrato in materia di lavoro. Al convegno hanno preso parte in qualità di relatori, l’Avv. Mauro Rubino Sammartano, Presidente della Corte Arbitrale Europea di Starsburgo, l’Avv. Mario Fusani da anni impegnato come giuslavorista, la Professoressa Raffaella Muroni docente di Diritto Processuale Civile presso l’Università Cattolica di Milano, il Dott. Fabio Benigni, Segretario Nazionale UIL-UILCOM e il Dr. Davide Patruno, responsabile delle risorse umane di Maxi Zoo Italia S.p.a.-Fresssnapf Group.
Dal Convegno è emerso come l’Arbitrato sia prima di tutto, l’occasione di poter inserire nel nostro ordinamento una sorta di rimedio per provare a impedire che un buon numero di controversie finisca a impegnare o per meglio dire “occupare” i nostri Tribunali.
Infatti, in un Paese a elevato tasso di litigiosità come il nostro lo strumento assume più che altrove un
significato particolare.
In Italia infatti, come i recenti dati Ocse confermano, una causa civile arriva a richiedere quasi 8 anni per completare i tre gradi di giudizio, circa il quadruplo dei 788 giorni che richiede in media tra i paesi Ocse, dove all’opposto il tempo totale più breve è nei 368 giorni della Svizzera: solo un anno.
E se si considera solo il primo grado di giudizio, a fronte di una media Ocse di 240 giorni, in Italia ne servono ben 564.
La sfida rileva sia sul piano culturale che su quello giuridico.
Sul primo, l’ambizione pertanto è di fare crescere una cultura giuridica che conduca le parti a non esasperare sempre il conflitto e a non vedere nel solo giudice la figura capace di risolverlo.
Sul piano giuridico inoltre, sempre in base al “rapporto Osce sulla giustizia civile”, desta preoccupazione e impone delle riflessioni anche e soprattutto per il mondo economico-produttivo come l’aumento della durata dei procedimenti del 10% sia associato a una riduzione di circa due punti percentuali della probabilità che un soggetto dichiari di avere fiducia nel sistema giudiziario e abbia un effetto diretto anche sulla disponibilità e sul costo del credito che in Italia può essere di 70 punti base più alto rispetto a paesi con sistemi più efficienti. Dal convegno è emerso come, lo sviluppo di questo istituto anche nella sua applicazione giuslavoristica sia conveniente sotto vari punti di vista tra i quali:
1) Il fattore temporale:
Tutti coloro che lavorano nel mondo delle imprese, sanno bene quanto lunghi siano i tempi della giustizia a causa della mole dei carichi giudiziari pendenti e del fatto che molti tribunali sono sotto organico di magistrati e di personale ausiliario.
Sicuramente, la situazione non è agevolata dall’alto tasso di litigiosità presente nel nostro paese che oggi come oggi è doppio rispetto a quello della Francia per fare solo un piccolo esempio.
La legge Pinto, elaborata proprio per ottenere un giusto risarcimento per il danno subito a causa dell’eccessiva durata del processo civile, ha generato l’incredibile paradosso di un ritardo accumulato anche in quei processi che dovrebbero sanzionarne l’irragionevole durata.
Alla luce di questo quadro, per una realtà aziendale potrebbe essere molto utile poter contare su uno strumento, come quello dell’arbitrato, capace di concludersi nello spazio normalmente di qualche mese, quasi mai superiore all’anno.
Questo elemento, va sottolineato, perché in una lettura economica del sistema, tra i tanti elementi che allontanano gli investimenti stranieri dall’Italia c’è sicuramente quello della lunghezza dei processi.
Per questo motivo il maggior utilizzo dell’arbitrato potrebbe generare una netta inversione di tendenza e quindi rappresentare uno strumento elastico e di propulsione per lo sviluppo economico.
2)La riservatezza:
l’arbitrato è inoltre utile anche sotto un altro punto di vista, vale a dire sotto il profilo della riservatezza. Infatti, il procedimento ordinario è come noto un procedimento pubblico in tutte le sue
parti. Viceversa, l’arbitrato, può essere gestito all’interno degli stretti interessati.
parti. Viceversa, l’arbitrato, può essere gestito all’interno degli stretti interessati.
La decisione potrebbe anche non essere mai resa pubblica.
Proprio questo dato, è un valore sia in termini di certezza dei rapporti, che in termini economici visto che a volte per le aziende può essere molto dannosa la divulgazione di notizie di carattere processuale.
3)La fiducia:
Un altro elemento positivo dell’arbitrato, è quello legato alla competenza e alla fiducia.
Le parti, possono scegliere a quale giudice affidarsi a differenza del processo ordinario. Ciò significa che le parti rispetteranno la decisione presa dall’arbitro proprio perché sono state loro a sceglierlo e nei suoi confronti ripongono notevole fiducia.
Questo elemento, naturalmente, deve indurre gli arbitri a prendere coscienza delle loro responsabilità e davanti a situazioni patologiche essi dovranno rispondere dei loro errori.
A riprova di ciò il fatto che gli appelli contro i lodi sono davvero pochi come dimostra la casistica esaminata.
4) La competenza:
Oggi l’arbitrato, si sta sviluppando in molti settori, spesso caratterizzati da un notevole livello di tecnicismo.
Per chi come noi opera nell’ambito economico, ed è a contatto con le regole che governano il diritto del lavoro, affidarsi allo strumento arbitrale rappresenta una scelta utile proprio per il bagaglio di competenza tecnica che gli arbitri hanno.
5)La sede e la lingua:
Non possono essere dimenticati altri due elementi positivi dell’arbitrato.
Rispetto al primo, non è di poco conto ricordare come per molte realtà aziendali può essere utile sapere che la sede dell’arbitrato potrà essere liberamente scelta.
Rispetto al secondo elemento, va evidenziato il fatto che mentre il processo ordinario deve svolgersi come tutti sanno in lingua italiana, l’arbitrato può svolgersi nella lingua che le parti richiedono di
usare. L’utilizzo di altre lingue può avere grande importanza per il mondo delle imprese, in particolare per quelle che operano in mercati diversi da quello italiano, siano questi comunitari o extracomunitari.
usare. L’utilizzo di altre lingue può avere grande importanza per il mondo delle imprese, in particolare per quelle che operano in mercati diversi da quello italiano, siano questi comunitari o extracomunitari.
6)Il clima aziendale:
Un interessante articolo scientifico risponde proprio a questa domanda[1].
L’articolo studia l’effetto dell’introduzione di un arbitratovincolante in materia di lavoro all’interno di una grande società americana. L’azienda in questione (più di 100mila dipendenti ripartiti in oltre mille luoghi di lavoro) ha introdotto nel 2004 un sistema di ricorsi in varie fasi. Quando un dipendente ha una lagnanza, per prima cosa deve riportarla al superiore.
L’articolo studia l’effetto dell’introduzione di un arbitratovincolante in materia di lavoro all’interno di una grande società americana. L’azienda in questione (più di 100mila dipendenti ripartiti in oltre mille luoghi di lavoro) ha introdotto nel 2004 un sistema di ricorsi in varie fasi. Quando un dipendente ha una lagnanza, per prima cosa deve riportarla al superiore.
Se questi non riesce a risolverla, il dipendente si può rivolgere all’ufficio del personale.
Se anche questo ricorso fallisce, il dipendente si può rivolgere all’arbitro (e mai, si noti, al giudice).
L’azienda ha collezionato dati (risposte a questionari) che permettono di misurare l’effetto dell’introduzione della procedura arbitrale sull’atmosfera nel posto di lavoro: ogni anno chiede infatti a un campione di dipendenti di rispondere a domande di vario tipo. Per esempio: “Il mio superiore tratta tutti i dipendenti allo stesso modo senza riguardo a differenze di razza, sesso, o età”. Domande come questa riflettono la percezione di rispetto delle norme (in questo caso norme anti discriminazione) sul posto di lavoro. Oppure “Se ho un problema, mi sento libero di chiedere aiuto al mio superiore”. Domande come questa ci informano della percezione di giustizia interattiva, o informale, sul posto di lavoro. Oppure ancora “Ritengo che questa compagnia sia dedita a risolvere velocemente e imparzialmente problemi o preoccupazioni dei lavoratori”.
Domande come questa riflettono la percezione di giustizia procedurale formale sul lavoro.
Lo studio analizza come le risposte a queste domande cambino dopo l’introduzione dell’arbitrato vincolante. Si stima che la percezione di giustizia procedurale formale diminuisce.
Ciò suggerisce che i lavoratori percepiscano una minore dedizione dell’azienda, intesa come entità centrale, alla risoluzione soddisfacente delle dispute.
Allo stesso tempo, però, cresce la percezione di rispetto delle norme e anche la percezione di giustizia
interattiva/informale. Ciò suggerisce che i lavoratori percepiscano un miglioramento del clima sul posto di lavoro, a livello di singolo luogo di impiego, e una maggiore fiducia nei confronti
dei superiori, dopo aver introdotto l’arbitrato vincolante.
interattiva/informale. Ciò suggerisce che i lavoratori percepiscano un miglioramento del clima sul posto di lavoro, a livello di singolo luogo di impiego, e una maggiore fiducia nei confronti
dei superiori, dopo aver introdotto l’arbitrato vincolante.
In conclusione è stato rilevato come sia necessario che l’utilizzo della clausola compromissoria in un contratto, a volte ritenuta erroneamente una (midnight clause), non sia solo un rituale stanco da applicare meccanicamente ma un passaggio fondamentale nell’instaurazione di un rapporto negoziale e naturalmente propedeutico all’utilizzo dello strumento arbitrale che oggi più che mai può rappresentare un contributo del mondo giuridico alla crescita e allo sviluppo del mondo economico.
7) Le regole:
Di primaria importanza resta infine il tema delle regole processuali applicabili
nonché della legge applicabile.
nonché della legge applicabile.
In relazione al primo aspetto, deve essere tenuta presente l’ipotesi da approfondire e discutere l’idea di concepire l’utilizzo di regole processuali esistenti, in forme meglio adattate sullo strumento arbitrale al fine specifico di accrescere l’utilizzo di questo istituto, con tutte le logiche ripercussioni positive che ciò avrebbe sulla celerità dei giudizi. In relazione al secondo aspetto, si tratta di valutare e comprendere la possibilità di utilizzare la legge e i contenuti giurisprudenziali meglio ritagliati sulla base dei protagonisti di una vicenda la cui risoluzione venga demandata all’arbitrato.
Si tratta senza dubbio di percorsi nuovi, dal tenore sperimentale nel settore lavoristico, ma che proprio per questo ben potrebbero essere intrapresi per migliorare l’efficacia dello strumento arbitrale.
[1]
Eigen, Zev J. e Litwin, Adam Seth, “A
Bicephalous Model of Procedural Justice and Workplace Dispute Resolution”
(January 1, 2012). Northwestern Law & Econ Research Paper No. 11-21.
Disponibile a: http://ssrn.com/abstract=1884421
Eigen, Zev J. e Litwin, Adam Seth, “A
Bicephalous Model of Procedural Justice and Workplace Dispute Resolution”
(January 1, 2012). Northwestern Law & Econ Research Paper No. 11-21.
Disponibile a: http://ssrn.com/abstract=1884421
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