LA SVOLTA DELLO SMART WORKING | AFFARI E FINANZA – LA REPUBBLICA
LA SVOLTA DELLO SMART WORKING | AFFARI E FINANZA – LA REPUBBLICA
Mario Fusani (GF Legal): “QUESTA INNOVAZIONE OTTIMIZZA IL RAPPORTO UOMO-TEMPO: PIù SODDISFAZIONE E PERFORMANCE, UNA SORTA DI NUOVO WELFARE”
Si tratta di un passaggio epocale nel mondo del lavoro, lo smart working – o lavoro agile – se utilizzato nel modo giusto, può davvero rappresentare in prospettiva il nuovo welfare aziendale.
In questo articolo:
LA SVOLTA DELLO SMART WORKING
“Cambiano le competenze: perchè le aziende richiedono persone sempre più qualificate. Questo si traduce in maggiore fomazione, aggiornamenti continui per stare al passo con la rapida diffusione delle tecnologie. Cambiao i paradigmi di spazio-tempo: l’ufficio, inteso come spazio fisico, assume oggi un’importanza relativa perhè le tecnologie hanno reso il lavoro mobile. Quello che conta è l’obiettivo e il minor tempo per raggiungerlo, in ufficio o altrove poco importa. Cambia la creatività, intesa come lancio di idee innovative che sfociano in nuovi prodotti, progetti e modelli di business”.
Mario Fusani, avvocato giuslavorista e partner dello studio legale GF Legal Stp, ha un osservatorio privilegiato attraverso il quale analizza i cambiamenti che stanno stravolgendo il mondo del lavoro: “La produzione industriale si sta riducendo sempre di più nei Paesi “evoluti” a vantaggio di altri che possono offrire costi di produzione più bassi e forza lavoro meno qualificata. Per questo motivo, ogni azienda, di qualsiasi settore essa sia, deve sviluppare competenze tecniche e innovazione, compresa la creatività, per produrre reddito”.
Per riuscirci, puntualizza Fusani l’azienda ha bisogno di mettere al centro del suo modello di business il rapporto uomo-tempo. “Ogni azienda ha bisogno di valutare che cosa l’uomo ottiene durante un determinato tempo, perché, per dirla brutalmente, non importa quanti bulloni stringi alla catena di montaggio ma che risultato innovativo di crescita, di miglioramento il lavoratore è in grado di portare alla sua azienda”.
LAVORARE DA REMOTO
Le condizioni affinchè questo accada ci sono tutte, sia dal punto di vista normativo che tecnologico: “Penso allo strumento dello smart working che non a caso, continua a crescere in Italia soprattutto nelle grandi imprese le quali lo utilizzzano perchè hanno pofessionalità che possono lavorare da remoto e interagire con l’ufficio sfruttando le nuove tecnologie digitali. In questo caso, i benfici non sono solo in termini di equilibrio e soddisfazione individuale, ma anche di perfomance delle persone perchè tende a responsabilizzarle per il raggiungemdo del risultato”.
Si tratta di un passaggio epocale nel mondo del lavoro, perchè entrano in gioco nuovi paradigmi all’interno dell’organizzazione aziendale e nuovi meccanismi di valutazione che coniugano oggettività (e quindi evitano le interpretazioni discrezionali) con una giusta gratificazione del lavoratore. “Queste strategie di motivazione e aumento della produttività sono le leve potenti se accompagnate da procesi di condivisione e comunicazione adeguati. Lo smart working, se utilizzato nel modo giusto, può davvero rappresentare in prospettiva il nuovo welfare aziendale“.
Questo perchè consente, in un progetto forte ed integrato “di dare al lavoratore uno strumento in più, una sorta di benefit: la gestione profittevole del proprio tempo nell’ottica del perseguimento di un obiettivo chiaro e prestabilito. Le aziende che hanno capito il lavoro agile, e lo stanno proponendo, sono anche quelle più attrattive sul mercato”.
Il giuslavorista aggiunge: “In questo senso, non si può non rilevare che lo smart working, come gli strumenti a disposizione oggi sono una nuova generazione, nascono anche abbondantemente fruibili dai più. Questo significa che i benefici che ne possono derivare nel sistema economico del Paese possono essere del tutto rilevanti e non ristretti ad una piccola nicchia dei soggetti più evoluti”.
AZIENDE E SINDACATI
Un nervo scoperto, per lo smart working riguarda il rapporto tra azienda e sindacato: “E’ vero che per poterlo attivare è sufficiente la sottoscrizione di un accordo con il singolo dipendente, ma va anche evidenziato come nella quotidianità della vita aziendale ciò è vero fino ad un certo punto. In questo senso, il dialogo tra impresa e sindacato è una variabile di cui tener conto, a maggior ragione se si vuole creare un clima aziendale positivo. Però, è chiaro che il sindacaato oggi deve entrare in gioco attraverso un’impostazione costruttiva e non rivendicativa come fino ad oggi purtroppo avviene nella maggioranza dei casi”.
v.d.c